Bava di lumache Helix
Fino a qualche tempo fa era argomento quasi estemporaneo, affrontato in maniera curiosa più che in modo tecnico - economico. L’interesse per l’alto valore biologico e paramedico della bava, collegato alla diffusione commerciale, anche nel nostro paese, delle creme di bellezza con alla base i contenuti principali del muco di Helix, ormai dimostrano che questo settore ha un futuro importante, in certi casi anche fortemente incentivante per l’elicicoltura stessa.
È quindi ipotizzabile e possibile una doppia redditività dall’allevamento: l’incasso per la vendita del prodotto finito per la gastronomia e lo sfruttamento della bava, raccolta periodicamente dal bestiame allevato, rimesso nei tempi giusti, nuovamente all’interno dei recinti.
Coclè e Confederazione Italiana Elicicoltori, dopo anni di studio e ricerca, è ormai in grado di controllare e seguire, anche presso gli elicicoltori, questa nuova filiera produttiva, garantendo i relativi riscontri economici.
Analisi chimiche qualitative e quantitative effettuate nel secolo scorso, hanno evidenziato le molteplici proprietà presenti all’interno del muco di Helix Aspersa Muller e che probabilmente erano i mucopolisaccaridi presenti in esso, a permettere la rigenerazione dei tessuti da ferite ed escoriazioni.
Opportunamente lavorata in laboratorio, in modo da poter ottenere un prodotto finito e completo con l’aggiunta di altri componenti chimici, la bava pura di chiocciola ha però dimostrato di avere proprietà rigenerative ed antiossidanti, nutrendo i tessuti della pelle umana migliorandone tono ed elasticità.
Oltre ai mucopolisaccaridi, il secreto è composto da allantoina , acido glicolico, collagene, elastina, proteine, vitamine.
L’insieme di questi elementi chimici, hanno una naturale funzione esfoliante, che riduce gli inestetismi della pelle umana, quali:
ACNE - SMAGLIATURE - MACCHIE CUTANEE - CICATRICI - RUGHE - SCOTTATURE
Numerosi studi hanno dimostrato scientificamente che dopo 60 giorni di trattamento su pazienti con patologie di natura dermatologica, l’utilizzo di creme a base di secreto di chiocciola ha indotto una considerevole diminuzione delle discromie cutanee e delle cicatrici.
Un ulteriore utilizzo del muco di chiocciola in campo farmaceutico è quello della produzione di sciroppi utili a combattere patologie legate all’apparato respiratorio che gastrico.
Gli sciroppi hanno elevate proprietà batteriostatiche peculiari ricavate da complessi processi di sterilizzazione e selezione che permettono di lenire le affezioni, precedentemente elencate. A questi sciroppi viene aggiunto fruttosio in modo tale da migliorarne il gusto ed il sapore.
Per concludere questa descrizione sull’utilizzo oggettivo del secreto di lumaca, delle sue proprietà e peculiarità, si può tranquillamente affermare che questo prodotto naturale é veramente efficace, e che quindi il suo impiego nell’ambito della cosmesi e della farmacopea assume un ruolo importante, supportato dai commenti positivi fatti dai consumatori finali nei vari Forum, Social Network e quant'altro.
il Centro di Elicicoltura Coclè, unitamente alla Confederazione Italiana Elicicoltori e la partnership di università, enti nazionali e aziende specializzate nella progettazione e creazione di macchinari per la trasformazione di prodotti, distribuisce macchinari atti all'estrazione della bava. Attraverso il sistema stesso studiato e utile all’estrazione del muco puro di chiocciola, si ottiene come risultato finale un prodotto con caratteristiche chimiche ed organolettiche molto alte, che rispecchiano gli standard richiesti dai laboratori farmaceutici e cosmetici.
Presentati a Settembre 2019, nell’ambito del 6° Convegno Internazionale di Elicicoltura, il Coclestore rappresenta un’evoluzione per tutti quegli allevatori e rivenditori che desiderano meglio farsi conoscere.
E’ possibile aprire un piccolo punto vendita, non superiore ai 20-25mq, con all’interno la Filiera di Lumache Vive, Conservate, Prodotti Cosmetici a base di Bava di Lumaca, prodotti di artigianato con gusci di helix, Vini dedicati ai piccoli molluschi e prodotti naturali.
Una scelta che offre tante nuove possibilità
Negozio Coclestore
Il mercato delle chiocciole da gastronomia del genere Helix, che sono le chiocciole di origine europea e sono a taglia medio/piccola, ha subìto negli ultimi 20 anni profonde ed ampie trasformazioni, nei quantitativi, nelle linee commerciali e nelle quotazioni.
Erano gli anni ’70 quando in gran parte dell’Europa occidentale, Italia compresa, venivano emanate delle leggi che regolamentavano, ma in pratica proibivano la raccolta naturale del mollusco Helix.
Proprio in quegli anni nasceva l’elicicoltura, l’allevamento a ciclo biologico completo per sopperire, attraverso una produzione gestita e controllata, la diminuzione e la mancanza del prodotto, prima reperito in natura. Negli anni ’70, inoltre, si assisteva ad un altro importante fenomeno - la crescita costante, ogni anno, dei consumi e dell’utilizzo, nell’alimentazione, di questo straordinario mollusco di terra.
In pochi anni, infatti, a livello italiano, l’incremento portava alla quantità di 20.000 tonnellate (del 1980) di vendita, mentre nel mondo, in particolare quello a cultura occidentale, si segnalava un forte aumento dei consumi, in ragione dell’ingresso delle chiocciole nel mondo della trasformazione industriale e delle conserve. All’inizio degli anni 2000 il totale delle chiocciole commercializzate, tra vive – fresche e conservate, si attestava sulle 320.000 tonnellate all’anno nel mondo intero.
la linea conservato di Filiera Lumache Italiane
La linea del conservato offerto dal Centro di Elicicoltura Coclè e dalla C.I.E.
I prodotti sono disponibili anche per gli allevatori con la propria etichetta
Il reperimento del prodotto si spostava dall’area dell’Europa dell’ovest alla raccolta intensa, organizzata e in certi casi incentivata in tutti i paesi del cosiddetto est/europeo, dalla Polonia alla Bulgaria, che in quegli anni cercavano di introitare moneta pesante europea, per aiutare la loro fragile economia.
La quantità globale dei consumi è arrivata a toccare, all’inizio del nuovo secolo, la quota di 420.000 tonnellate per quasi il 50% acquistato dalle industrie di trasformazione francesi, che con i loro stabilimenti in Turchia e soprattutto nell’Africa del Nord, esportano in tutto il mondo conserve di chiocciole con il famoso nome, conosciuto ovunque, di escargot.
Il business mondiale delle chiocciole in questi ultimi 2 anni, riferendoci alle piazze all’ingrosso, ha toccato e superato i 10 miliardi di Euro.
In Italia nel 2014, nonostante la forte crisi economica, abbiamo superato le 38.000 tonnellate di consumo, con un aumento sull'anno precedente del 2%circa.
Nel nostro paese le importazioni di lumache vive e conservate dai paesi raccoglitori hanno toccato ancora nel 2016 i 225.000 quintali, circa il 54% del totale. Il valore globale dell’intera filiera (produzione in allevamento, importazione, lavorazione industriale e consumo gastronomico) si è aggirato sugli oltre 220 milioni di Euro.
I prezzi internazionali del prodotto esportato da questi paesi in gran parte vivo e parte, con il trascorrere del tempo, già semilavorato, erano legati ai bassi costi operativi delle popolazioni che gestivano il reperimento del prodotto naturale. Le quotazioni sono cambiate e sono aumentate quando agli inizi degli anni ’90 le rivoluzioni, seguite alla caduta del muro di Berlino, hanno modificato il quadro politico e hanno portato questi paesi all’avvicinarsi all’area economica della Comunità Europea e ad aumentare i prezzi.
Contestualmente alla crescita dei consumi, è cresciuto molto anche l’interesse per la produzione in allevamento, che piano piano ha saputo costruirsi, attraverso lo studio di tecniche sempre più aggiornate, uno spazio nel mercato, caratterizzato da prodotto, si, più caro, ma con qualità e caratteristiche senza dubbio superiori al prodotto raccolto in natura.
Le differenze tra il naturale e l’allevato sono sostanzialmente quattro - la prima è la tenerezza delle carni, in quanto la crescita del mollusco è molto più veloce; la seconda è la qualità degli alimenti utilizzati che sanno insaporire meglio il muscolo edibile; la terza è l’omogeneità della pezzatura e la quarta, non ultima questione, la possibilità di avere a disposizione, con l’allevamento, il prodotto disponibile tutto l'anno.
I segmenti di crescita veloce dei consumi e nelle importazioni, con il relativo più lento accrescimento nei quantitativi di produzione, chiaramente definiscono la buona e concreta possibilità commerciale che l’allevamento intensivo ha davanti a se.
In questo quadro generale si introduce la situazione italiana e mondiale dell’elicicoltura.
L’allevamento a ciclo biologico, nato per sostituire la raccolta naturale non ha ancora raggiunto la sua finalità originale, cioè sostituire integralmente la raccolta in natura
La produzione che deriva da questa coltivazione copre, per il momento, solo una parte minima dell’intera filiera dei consumi.
Nel 2016 si calcola infatti che, in totale, dall’allevamento sia venuto, a livello mondiale, soltanto il 26% del totale venduto.
Le 9.500 tonnellate mondiali di prodotto del 2016, di cui buona parte provenienti da impianti italiani, se pur considerevoli, sono minima cosa in confronto al totale dei quantitativi trattati e alla percentuale di incremento annuale dei consumi.
Si è in sostanza agli inizi dell’elicicoltura e ben grandi ed estesi sono gli spazi di espansione di questa produzione e di questo mercato.
Gli operatori che da anni sono nel campo non devono quindi allarmarsi del recente espandersi degli interessi per l’allevamento elicicolo soprattutto nei paesi ad economia più debole e con costi produttivi più bassi.
I dati rilevati nel 2018 sul territorio nazionale presentano la seguente divisione quantitativa di vendita tra le varie specie di Helix commerciali ed edibili.
È un dato importante che conferma che i mercati più importanti e consistenti in Italia continuano ad essere quelli del Centro Sud. L’Helix Aspersa infatti è la più diffusa e più acquistata, ed è la lumaca tradizionale delle regioni mediterranee.
Il consumo di Helix Rigatella ed Helix aperta, anche in questo caso, è prevalente nelle zone tirreniche ed isolane
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