Giovanni Avagnina
Dopo tanti anni ( oltre 40 ) di esperienza vissuti nel settore dell’elicicoltura, nel mercato dei suoi prodotti e nella organizzazione dell’intera filiera in Italia e in numerosi paesi esteri, mi stupisce molto il disordine e la confusione che nel campo si sono venuti a creare, negli ultimi due anni. Una situazione quasi imbarazzante nel verificare come il concetto di qualità del prodotto e la serietà operativa e commerciale siano sempre più lontani da strade lineari, limpide e chiare.
Per determinare la qualità e l’eccellenza di un prodotto agroalimentare è indispensabile rispettare e far conoscere al consumatore l’intera filiera di produzione, i luoghi, i metodi utilizzati e il tipo di alimentazione a cui i soggetti presentati al mercato sono stati sottoposti. Nel caso delle lumache di allevamento questi fattori sono importanti e fondamentali per sviluppare un mercato che esiste e può avere grandi potenzialità, ma che è spesso insidiato dalla presenza di lumache senza certificazioni e provenienti dalla raccolta naturale in paesi africani o extraeuropei.
Come per tutti i prodotti agricoli, anche per la produzione delle Helix l’operatore deve seguire regole riguardo le condizioni ambientali, le condizioni igienico – sanitarie di gestione degli impianti e le indicazioni di produzione. Nonostante sia stato validato dal Ministero della Salute ( 2016 ) il Manuale di corretta prassi operativa in elicicoltura troppi sono ancora, e sono in aumento, gli allevatori o che tali si definiscono, che non seguono queste regole ufficiali, non sono stati certificati da organismi di categoria e, operando in piena superficialità, provocano grave danno al sapiente e lungo lavoro di tanti elicicoltori che invece hanno fatto delle scelte per la qualità, il loro scopo e la loro linea lavorativa.
Aiuta questa pericolosa situazione la rete Web, che mette nello stesso calderone informativo tutte le notizie e le promozioni in arrivo sulle lumache Helix senza un filtro, un controllo e una verifica seria delle notizie. Questo fatto si ripercuote sulle quotazioni e sui prezzi delle lumache nel mercato, a scapito degli allevatori veri a vantaggio esclusivo dei commercianti – importatori, che si preoccupano soltanto del prezzo e delle quantità. Soltanto le produzioni in allevamento naturale, effettuato in impianti seguiti e certificati da Confederazione Italiana Elicicoltori, possono usufruire del marchio di qualità FILIERA LUMACHE ITALIANE - e questa indicazione sulle confezioni è l’unico strumento per poter distinguere lumache con caratteristiche di qualità, allevate secondo regole e professionalità, da lumache di cui non conosciamo invece la provenienza, l’età e su quali pascoli hanno passato la loro vita, con evidenti possibilità di inquinamento e condizioni igieniche precarie, vista la scarsità dei controlli in quei paesi.
Non possiamo assistere a questa situazione senza intervenire, e chiediamo a chi si occupa di lumache di frenare questa corsa irresponsabile alla pubblicità poco chiara, con proposte di quotazioni sempre più basse di prodotto non allevato, ma acquistato dall’importazione e passato per proprio.
Chiediamo a chi vuole occuparsi seriamente di elicicoltura di allontanarsi dalla strada del pressapochismo, del molto e apparentemente facile e dell’abbassamento degli stand qualitativi . Non è conveniente per nessuno e in particolare per la nostra categoria fare da soli, non essere collegati a organizzazioni professionali che sono nate proprio per aiutare, assistere tecnicamente, tutelare chi fa questo mestiere.
L’avere quasi la superbia di conoscere già tutto senza mai aver fatto esperienza corretta e reale, porta all’aumento dei fallimenti nell’allevamento, conduce verso situazioni di grave incertezza operativa, con il solo risultato di non regalare ai consumatori l’eccellenza e la particolarità che aspettano dal prodotto “ lumaca”.
Delusione di chi produce a causa degli errori e superficialità che compie e delusione soprattutto nel mondo dell’alimentare e della cucina per non aver sfruttato a pieno le potenzialità, che questo mollusco può offrire a chi la gusta, la cerca e la immagina.
Tutti concordano che la lumaca è un prodotto di nicchia e di élite alimentare; gli allevatori devono essere accorti verso questa direzione, devono lavorare per mantenere questa posizione, posizione che determina prezzi più sostenuti, aumentando le concrete capacità attrattive e migliorando i bilanci aziendali.
Ritornare ad una elicicoltura storica, tradizionale ed anche esclusiva, è l’unica strada giusta da seguire, stando uniti, consapevoli e anche orgogliosi di essere confederati nel seguire regole puntuali, precise e giuste.
Tutti i grandi prodotti alimentari (vini, formaggi, frutti) ottengono l’eccellenza anche economica, soltanto se vengono alla luce con il percorso di filiere specifiche, anche se dure da seguire.
La Confederazione Italiana Elicicoltori, nata a tutela degli elicicoltori professionali, opera nelle due sedi, con questo scopo principale: “migliorare l’elicicoltura”, sotto tutti gli aspetti - economici ed etici, per un sicuro sviluppo.
Giovanni Avagnina
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